Immaginiamo di tornare un attimo indietro nel tempo, non in un tempo qualsiasi ma negli anni ’50. Non in un luogo qualsiasi, ma in Vicolo Lavandai a Milano, zona Navigli per intenderci.

Cosa troveremmo? O meglio, chi troveremmo? Tantissime donne, più o meno giovani, che affondano le mani nel canale naviglio, sciacquando, strizzando e coprendo di cenere gli abiti per la cosiddetta “imbiancatura”. Il luogo per eccellenza delle lavandaie, ovvero le “Bügandére”. Le immaginiamo dai fianchi generosi, con le ceste piene di panni sporchi che, una volta raggiunto il canale, si mettono a carponi e azionano tutti i metodi (l’olio di gomito!) per riportarli all’originale candore.

In quegli anni i Navigli rappresentavano a tutti gli effetti il primo lavatoio pubblico di Milano. Il Vicolo però è dedicato “ai lavandai” e con “alle lavandaie”, come mai? Perché nel 1700 venne fondata una sorta di associazione, la Confraternita dei Lavandai di Milano: quindi gli uomini che organizzavano la distribuzione del lavoro alle donne.

Lungo l’Alzaia Naviglio Grande, poco distante dal Vicolo dei Lavandai sorge la chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, all’interno della quale un altare dedicato a Sant’Antonio da Padova ricorda che proprio lui era il loro protettore.

L’atmosfera che si respira è quella della “Vecchia Milano”, ispiratrice di molti poeti, scrittori e storici. Un luogo importante allora e molto amato oggi. Sì, perché da un sondaggio effettuato dal Corriere della Sera, nel quale si invitavano i milanesi a votare il loro luogo del cuore, con grande sorpresa è stato scelto proprio il Vicolo dei Lavandai, confermando il grande interesse per questa zona, vero e proprio fulcro dell’identità meneghina!

Foto: http://storiedimilano.blogspot.com/